Too old for r’n’r?

Blue bottazzi is one of the best music journo in italy, and his blog , bluebottazzibeat, is the one to follow. he recently published a post (and wrote a very controversial article on the new italian music magazine “outsider”) about the last springsteen. here’s my answer:

“Da un punto di vista astratto e analitico, sono completamente d’accordo con te. Springsteen dovrebbe operare un netto “downsizing” della sua carriera: basta stadi, basta ESB, basta greatest hits shows, basta “balli nel buio” con la bella di turno, basta far cantare i bambini, basta crowdsurfing (simbolo di quella sorta di comunione mistica con il suo pubblico che inspiegabilmente cresce nel tempo)…
Dovrebbe diventare un inquieto rocker crepuscolare e rugginoso, supportato da una band essenziale: tastiere, basso, batteria e semmai la chitarra di Tom Morello e mettere mano ad un repertorio contemporaneo sicuramente importante. 
Questo in teoria. Però poi esistono i fatti. Fatti che parlano di alcuni tra i concerti più straordinari della sua carriera, per costruzione, per repertorio e per intensità. Le due date di Göteborg e quella di Helsinki dell’anno scorso sono stati il vertice della mia trentennale esperienza concertistica. Pura trascendenza rock’n’roll. Fatti che parlano di un profondo mutamento demografico (caso unico, credo) del suo pubblico ormai fatto per metà di vecchi fan come me e te e per metà di ragazzi di 18-20 anni che hanno conosciuto Springsteen attraverso gli ultimi dischi (wrecking ball è stato un best seller su iTunes ed Amazon…) e ora vogliono la loro parte di Dancing in The dark e Glory Days
Perché ragazzi di 18-20 anni dovrebbero seguire un vecchio rocker come Springsteen? Credo che la risposta sia in quello che gli americani chiamano accountability, qualcosa a metà tra l’affidabilità e la credibilità e che mi porta alla questione di Wrecking Ball.
La civiltà occidentale da circa 5 anni è scossa dalla più grande crisi sistemica da ottant’anni a questa parte. Sono state rasi al suolo sicurezze, posti di lavoro, vite. Città e nazioni messe in ginocchio. La disoccupazione, le diseguaglianze e la disperazione giovanile hanno raggiunto livelli intollerabili. Eppure il rock’n’roll (come le altre, più nuove forme di cultura giovanile) non è stato in grado di articolare un pensiero di fronte a questa guerra contro la gioventù e contro il lavoro. Nessun Volunteers, nessun Kick out The Jams, nessun There’s a Riot Going on stavolta… Nessuno tranne Bruce Springsteen. Wrecking Ball è l’unico disco che parla della crisi e stabilisce un nesso con quelle precedenti. Un disco che riassume e spiega tutta l’opera dello Springsteen del 2000: il rock inquieto e livido, tutto chitarre e pochissime tastiere di The Rising e Magic, il cantautore di Devils & Dust, il folk-punk delle Seeger Sessions. Dove la connessione con la Tradizione Americana è dato da in tessuto di campionamenti come prima di lui aveva fatto solo il Moby di Play.
Un artista, un intellettuale americano capace di spostare quelle migliaia di voti tali da decidere un’elezione presidenziale (cfr. Realclearpolitics.com)
É vero Blue, le canzoni non gli vengono più facili come una volta. Probabilmente non scriverà mai più una Born to Run o una Jungleland o una Racing in The Street. Ma chi oggi, in un genere al crepuscolo come il rock’n’roll, riesce a scrivere una Land of Hope and Dreams, una Long Walk Home, una Jack of all Trades, una canzone sulla morte e sulla resilienza come Wrecking Ball? Si contano davvero sulla punta delle dita (e di una sola mano)….
Ben venga allora questo “victory lap” finché non c’è puzza di museo (come “nell’eterno ritorno dell’Uguale” degli altri artisti che citavi). L’Elvis di Las Vegas che abbastanza ingenerosamente richiamavi era uno spettacolo completamente separato dal proprio tempo. Al di là del deserto del Nevada il mondo bruciava: White light/White heat, beggar’s banquet, Revolution #9… 
Bruce é invece nel nostro tempo, ecco la ragione per cui riempie gli stadi. E questa versione della ESB, ormai ibridata per metà con la SSB (il template è The Band di Rock of Ages) mi ricorda gli anziani pistoleri di quel western di Clint Eastwood The Unforgiven: acciaccati, malmessi eppure “the last men standing”…
Per lo Springsteen che io e te aspettiamo di ascoltare ci sarà tempo, manca poco ormai.
Ma per ora il rock’n’roll abita ancora qui…”